Così tanto per dire ... “HO VISSUTO 3 ANNI DELLA MIA VITA IN UN PAESE MUSULMANO... e non al villaggio Francorosso, dove vanno tra novembre e gennaio i comunisti radical chic con l'offerta "all inclusive", così da tornare poi in patria liofilizzandoci lo scroto dalla mattina alla sera mentre si atteggiano tutti e tutte come profondi conoscitori del mondo arabo e della questione islam, solo perchè nella gita nel deserto del mercoledì hanno fatto un "selfie" in groppa ad un cammello con sullo sfondo la piramide di "Tuttounkamut"... No, io ero alla Citè Emir Abdelkader , con 2 piedi in una scarpa nello stare più che attento, io e famiglia, a non violare nemmeno per sbaglio anche solo uno dei loro dettami religiosi o culturali. E vi dirò, non lo dico nemmeno con risentimento o rancore, perchè eravamo a casa loro, ed era giusto così. Ma vi posso assicurare che lì non vi erano musulmani comunisti, protesi nel rinnegare le loro tradizioni, i loro usi, i loro costumi, solo per compiacere noi stranieri alla ricerca di chissà quale astruso tornaconto elettorale. Quando arrivava il Ramadan non vi erano aree "accoglienti" riservate agli stranieri ove poterli far sentire esonerati dal dover rispettare le ferree regole locali. Gli europei non fumavano, non bevevano e non mangiavano in pubblico esattamente come gli autoctoni, e ci era concesso di farlo di giorno giusto chiusi all'interno delle nostre mura di casa e con serrande rigorosamente abbassate, così da non indurre in tentazione il buon musulmano osservante. Non vi erano zone "franche" nelle quali le ragazze europee potevano circolare vestite come a Parigi, Roma o Dublino. Si abbigliavano senza esporre gambe o dècoltè eccessivi, e quasi sempre in pantaloni. A Natale o a Pasqua non era previsto che gli europei potessero manifestare apertamente il loro credo all'aperto, con processioni o manifestazioni di strada o di piazza. Anche in quel caso ci si riuniva tra le mura domestiche di qualche connazionale avendo buona cura di non fare schiamazzi che potessero "disturbare" i locali vista la natura di quelle ricorrenze. È solo da noi che i cialtroni comunisti, riescono ogni fottuto giorno a spostare l'asticella della sottomissione un pochino più in basso, sempre più giù, fino a mettersi proni e genuflessi a baciare ciabatte, nella speranza che a cotanto asservimento corrisponda prima o poi quell'agognato voticino per il PD che questi miserabili nemmeno vedranno mai. Perchè non bastava averci ridotto a nazione con preti e dirgenti scolastici che arrivano a dire che, per non "disturbare" le altrui culture, è oramai giunta l'ora di smettere di festeggiare il Natale o allestire presepi, con un Papa che tace in merito.. No, serviva un colpo di reni in più a suggello di questo governo abusivo. Serviva "IL TORTELLINO ACCOGLIONE", un obbrobrio con carni di pollame che va contro ogni nostra tradizione e storia, nell'ambito della consueta sottomissione a fini di compiacimento. Come se nei paesi nordafricani il Ramadan iniziasse ogni anno con l’orchestra di Raoul Casadei alla “sagra dell’agnolotto di Tunisi”. Come se l'Egitto fosse celebre per le sue multiculturali braciolate in occasione del “Palio del Cairo". Perchè la verità è che non è nemmeno colpa degli "ospiti", cari lettori, che magari manco lo volevano l'agnolotto "alla PD". La colpa è di una ideologia di sinistra malata, che pretende anima e corpo un vortice autodistruttivo che ingoi ogni memoria della nostra storia, di tutto ciò che riguarda la nostra impronta socioculturale, e la nostra identità. Pretende la cancellazione di ciò che abbiamo rappresentato per secoli e di quello che quei secoli ci hanno tramandato. Perchè ormai le tradizioni sono robe da "sovranisti", mentre ora va di moda abbandonarsi ad una folle autolesionista “vergogna” di essere EUROPEI, Italiani, bianchi, e cristiani, oltre a quella strisciante forma di disagio per il fatto di non appartenere a qualche “minoranza dominante”, annichilendoci per bene ed affrettando la nostra definitiva scomparsa, solo perché qualche ricco e potente magnaccio mondialista ha stabilito che dobbiamo essere per forza “multi qualcosa”, in modo che nessuno più in Europa abbia un qualche senso di appartenenza da amare, sia esso storico, religioso, gastronomico o anche solo sociale, nel nome di un bel minestrone multietnico che voti indubbiamente PD ogni volta che servirà, in quello che, da qualunque parte lo si voglia guardare, rimane ineluttabilmente un “genocidio del buon senso”. Ecco perchè per quanto mi riguarda, i vostri "TORTELLINI ACCOGLIENTI", potete gustarveli facendogli fare il percorso digestivo al contrario. Infilandoveli lì dove dovrebbero uscire, uno ad uno.” Dalla bacheca di Fabio Armano

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